Pare che la May proporrà una politica di agevolazioni fiscali, di riduzione di costo del lavoro ed altre opzioni che possano rendere ulteriormente vantaggioso l'insediamento di aziende e l'afflusso di investimenti nel Regno Unito. Già espresso il gradimento dell'ormai prossimo presidente USA Donald Trump in merito ad accordi speciali di commercio.
Prossimo quindi l'avvio delle iniziative per l'uscita dalla UE denominate dai media britannici come "hard Brexit" in quanto prevedono tra l'altro l'abbandono del mercato unico e di tutti gli accordi concernenti sia la circolazione delle merci che delle persone; da rammentare al riguardo che il Regno Unito on ha mai adottato l'Euro, moneta unica europea, nè partecipato di fatto agli accordi di Schengen.
Pesano al riguardo le affermazioni fatte da Trump che plaude alla Brexit e nel contempo accusa la Germania di usare l'Unione Europea come un veicolo per la realizzazione dei propri interessi nazionali. Affermazione questa che contrasta con quella del ministro tedesco che parrebbe volere l'uscita del suo paese se non dalla UE almeno dall'Euro, che vorrebbe fosse mantenuto dai paesi latini quali Francia ed Italia; ciò in relazione alla diversa capacità e velocità di sviluppo della Germania che si vedrebbe oggi compresso da una politica di allineamento con gli altri paesi, il cui ritmo è palesemente più lento, in particolare per la mancanza di una moneta propria di cui influenzare l'andamento in relazione al proprio andamento economico e finanziario.
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